Alitalia, un tempo compagnia aerea di bandiera italiana, oggi è la maggiore compagnia aerea italiana privata in termini di flotta, voli internazionali, destinazioni e passeggeri trasportati che dà lavoro a circa 12.000 persone. Autostrade per l'Italia, con le sue concessionarie controllate, è una delle più estese reti autostradali europee a pedaggio e rappresenta il maggior investitore privato del nostro paese. Tutto chiaro. Società private che operano in Italia e che gestiscono gli spostamenti degli italiani e degli stranieri all'interno del paese e verso fuori.
Era il 14 agosto scorso, poco prima di mezzogiorno, quando a Genova, sulla A10 è crollato un pezzo del viadotto Polcevera, meglio noto come Ponte Morandi. Troppe le vittime di una tragedia quasi annunciata, 43 morti e una ventina di feriti. Troppe le vittime, degli ultimi decenni, delle catastrofi naturali e non e dell'incapacità tutta italiana di farvi fronte. Troppi i tentativi di fare chiarezza per individuare le responsabilità, nonché i responsabili: una giustizia lenta, lungaggini burocratiche e perizie non fatte o fatte male sono lo specchio dell'attuale condizione italiana.
Nazionalizzazione: sì o no?
Se in Italia vigesse un sistema economico perfetto entrambe le società su indicate dovrebbero essere possedute e gestite in piena autonomia dallo Stato, in realtà si impatta contro l'impossibilità di non avere fondi, di possedere un debito pubblico molto alto e di essere vittime di una debolezza tutta italiana, la mancanza di chiarezza e correttezza.
Secondo il nuovo Esecutivo il quadro della situazione delle due società non è affatto roseo e per far fronte alle innumerevoli problematiche non resta che procedere alla loro nazionalizzazione. Infatti, già in campagna elettorale, Lega e M5s, si erano espresse, in particolare, contro la vendita della compagnia aerea per mantenerne la sua "italianità".
Trattative in corso
Mesi e mesi di trattative con possibili offerte di acquisto stanno per saltare. Secondo il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi "qualsiasi decisione deve essere presa in piena coscienza e conoscenza altrimenti si sbaglia", difficile valutare il giusto acquirente senza una decisione su come Alitalia possa rappresentare un asset importante per il nostro Paese. Prima di prendere una posizione politica occorrono ulteriori dati e tempo. Bisogna tenere in considerazione che facili espedienti, nel migliore dei casi, portano soltanto ad un aumento dei prezzi dei biglietti e di tutte le attività delle varie società controllate statali coinvolte. E i cittadini tanto denaro da spendere non ne hanno di certo. E queste offerte di acquisto per Alitalia si sono rivelate più generiche manifestazioni di interesse che una vera e propria operazione finanziaria.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, per il futuro di Alitalia non parla però di nazionalizzazione. A suo avviso l'aviolinea deve rimanere per il 51% in mani italiane, non nazionalizzata dunque, ma di "interessi italiani". La commissaria Ue alla concorrenza, Marghrethe Vestager, pone comunque un limite: la compagnia può anche diventare in parte di proprietà pubblica purché lo Stato agisca come attore del mercato e non intervenga con aiuti; di fatto, è tuttora in corso un caso di aiuto di Stato su cui si sta lavorando con le autorità italiane. Questo dimostra un'apertura superiore a quelle che sono le posizioni del nostro Governo. Toninelli, al riguardo, si esprime così: "dobbiamo trovare un investitore che abbia come interesse quello di far volare gli aerei, non metterci i soldi solo per speculare". Nel contratto di Governo, per il rilancio di Alitalia, si opta per un piano strategico che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo. Si sta lavorando per un'operazione di sistema, vale a dire un intervento complessivo di politica dei trasporti che potrebbe far leva sulle Ferrovie dello Stato e, forse, sulla Cassa depositi e prestiti. Anche perché, ad oggi, fra le compagnie aeree in corsa per l'acquisizione di Alitalia, non vi sono "vettori italiani". E se solo il capitale fosse straniero? La fine non è ancora vicina.